Ashtanga Yoga: la pratica delle serie

Se ci avviciniamo per la prima volta all’Ashtanga senza avere alcuna nozione su questa tipologia di yoga, potremmo rimanere sorpresi se non perfino spaventati da quello che possiamo vedere dentro una shala durante una lezione: persone che respirano in modo rumoroso, che fanno delle posture che sembrano molto difficoltose, spesso grondanti di sudore…
Per non parlare del momento in cui decidiamo di prendere parte alla nostra prima lezione, in cui potremmo sentirci spaesati, non capire molto bene quello che stiamo facendo, sentirci addosso gli occhi degli altri praticanti e non sentirci all’altezza di quello che stanno facendo i nostri vicini di tappetino.

In realtà, durante una lezione di Ashtanga, nessuno giudica nessuno, ognuno è concentrato sulla propria pratica, e non è richiesto avere nessuna particolare abilità fisica.

Iniziare a praticare

Quando si inizia un corso di Ashtanga, si viene inseriti in una classe guidata, ovvero una lezione di gruppo guidata dall’insegnante.
Solitamente, dopo una spiegazione su come prendere e tenere Mula Bandha e Uddiyana Bandha, viene mostrato come eseguire la respirazione Ujjayi e, seduti in una posizione comoda, si inizia a prendere confidenza con questo nuovo modo di respirare consapevolmente.

A questo punto si è pronti per passare ai Saluti al sole: questi non sono un mero esercizio di riscaldamento, perché iniziamo, sì, a “scaldare” i muscoli, ma cominciamo anche a portare l’attenzione al respiro, cercando di sincronizzarlo con i movimenti.
Dopo i saluti al sole si eseguono le posture in piedi, seguite da quelle a sedere. Il numero di posture che l’insegnante decide di far fare nelle prime lezioni varia in base alla persona che ha di fronte.
Terminate queste, si passa ai ponti, con eventualmente delle posizioni propedeutiche per avvicinarsi alla postura, per poi concludere con la sequenza delle posture finali, che danno equilibrio a tutto il corpo e calmano la mente.
Al termine della sequenza, di passa al rilassamento. Questo potrà essere guidato o meno, dovrebbe avere una durata di almeno una decina di minuti e dovremmo cercare di essere sempre coscienti del nostro corpo e delle sensazioni che ci invia.

Lo studente, dopo alcune lezioni in cui inizia a memorizzare la sequenza, può passare alla classe “Mysore” (il nome deriva dalla città indiana di Mysore): in queste classi, ogni studente fa la sua pratica autonomamente, seguendo il proprio respiro.

Le serie

Ci sono tre serie di sequenze nell’Ashtanga Yoga.
La prima serie, Yoga Chikitsa, elimina le tossine e allinea il corpo. La pratica di questa serie ci aiuta a purificare gli organi interni. Ogni postura ha i suoi benefici specifici: più la postura viene eseguita in modo profondo, maggiore sarà il beneficio che ne trarremo.

La serie intermedia, Nadi Shodana, purifica il sistema nervoso attraverso l’apertura e la pulizia dei canali di energia.

Le serie avanzate A, B, C e D, Stira Bhagah Samapta, integrano la forza e la grazia della pratica e richiedono un alto livello di flessibilità e umiltà per essere praticate, raggiungibili dopo anni di pratica costante.

Ogni serie, ma anche ogni postura, deve essere del tutto stabilizzata prima di poter passare alla successiva. L’ordine della sequenza deve essere meticolosamente rispettato, perché è stato costruito per “funzionare” in questo ordine: ogni postura è una preparazione per la successiva, e permette di sviluppare la forza e l’equilibrio necessario per andare avanti nella sequenza.

Conclusione

Questa breve spiegazione può essere utile giusto per darti un’idea di quello che ti aspetta se inizierai a praticare l’Ashtanga Yoga… e se continuerai, potrai solo rimanere sorpreso da quanti cambiamenti e benefici potrà portare nella tua vita!