Stretching Respiratorio

La gabbia toracica

La meccanica respiratoria è resa possibile da un complesso sistema anatomico formato da strutture ossee che si articolano tra di loro:
  • posteriormente le 12 vertebre toraciche o dorsali;
  • lateralmente su entrambi i lati le 12 paia di coste;
  • anteriormente le due clavicole e lo sterno.
Queste strutture ossee si articolano tra di loro attraverso:
  • articolazioni costovertebrali;
  • articolazioni costo-sternali;
  • articolazioni sterno-claveari.
Ovviamente, affinché possa essere possibile mobilizzare tale sistema scheletrico entra in gioco l’intervento di specifici organi muscolari.
Nonostante la respirazione sia un atto in parte involontario grazie alla presenza di centri nervosi situati nel tronco encefalico, occorre considerare l’importanza dei principali muscoli respiratori inspiratori ed espiratori.

I principali muscoli respiratori

All’interno dei muscoli respiratori distinguiamo i muscoli inspiratori e quelli espiratori.
– I muscoli inspiratori:
I muscoli inspiratori principali sono il diaframma e gli intercostali esterni; la loro peculiarità è che si attivano anche senza il nostro controllo volontario quindi garantiscono quella che è la respirazione inconscia.
Ovviamente riguardo al diaframma, di cui abbiamo già parlato ampiamente nell’articolo che puoi trovare qui, ricordiamo che può essere allenato in maniera consapevole al fine di promuovere quella che è la respirazione diaframmatica.
I muscoli intercostali esterni sono in tutto 11 paia e corrispondono a fasce muscolari che decorrono dal bordo inferiore di una costa al bordo superiore della costola immediatamente sottostante.
È importante sapere che quando la richiesta di ossigeno da parte dell’organismo supera quella necessaria a soddisfare le condizioni a riposo oltre al diaframma e gli intercostali esterni entrano in gioco i muscoli inspiratori accessori.
– I muscoli inspiratori accessori:

I muscoli inspiratori accessori sono muscoli toraco-cervicali volontari, pari e simmetrici che, oltre a svolgere un importante ruolo sulla mobilità della colonna vertebrale e del torace,  vengono reclutati a livello respiratorio durante sforzo fisico o in condizione di stress.

I principali sono:

  • i muscoli  sternocleidomastoidei;
  • i muscoli trapezi;
  • i muscoli scaleni (anteriori,medi,posteriori);
  • i muscoli grandi e piccoli pettorali;
  • i muscoli dentati;
  • i muscoli dorsali.

– I muscoli respiratori espiratori:

In condizioni di riposo la fase espiratoria è un processo passivo dato semplicemente dal rilassamento del diaframma e degli intercostali esterni.
Tuttavia, quando c’è necessità di espellere aria con più forza, ad esempio durante il meccanismo della tosse o durante lo sforzo fisico, entrano in gioco i muscoli espiratori accessori: la contrazione di questi muscoli ha la finalità di ridurre ulteriormente il volume della gabbia toracica attraverso l’abbassamento delle coste e spingendo gli organi addominali verso la cavità toracica.

Tra i muscoli respiratori espiratori accessori abbiamo:

  • i muscoli intercostali interni (la cui azione permette l’abbassamento delle coste);
  • i muscolo retti addominali;
  • i muscoli trasversi dell’addome;
  • i muscoli obliqui esterni e i muscoli obliqui interni.
Questi ultimi tre gruppi muscolari durante l’espirazione forzata vanno a comprimere gli organi addominali affinché possano spingere verso l’alto il diaframma.

Lo stretching muscolo-tendineo

Tra gli innumerevoli benefici che lo stretching determina a livello fisico abbiamo:
  • aumento dell’elasticità dei muscoli e dei tendini;
  • prevenzione delle contratture muscolari;
  • diminuzione della sensazione della fatica;
  • prevenzione di traumi e infortuni muscoli-scheletrici.

Stretching dei muscoli respiratori

Considerando in questa sede esclusivamente i muscoli respiratori inspiratori fondamentali e alcuni muscoli accessori che sono quelli che vengono maggiormente utilizzati durante la respirazione a riposo e durante lo sforzo fisico analizziamo come possiamo effettuare il loro allungamento.
Nell’ambito dei muscoli respiratori inspiratori distinguiamo:
  1. un gruppo situato nella parte anteriore del tronco e del collo le cui fibre muscolari hanno un andamento tendenzialmente longitudinale (pilastri del diaframma, scaleni anteriori).
    Lo stretching di questi muscoli può essere effettuato in posizione prona attraverso la posizione del cobra, che può essere ripetuta per 4-5 volte per circa 5-10 respiri.
  2. un gruppo situato nella parte antero-laterale del tronco (intercostali esterni, fibre trasversali del diaframma e muscoli pettorali).
    Lo stretching dei muscoli intercostali esterni e delle fibre trasversali del diaframma può essere effettuato in posizione seduta o eretta inclinando il tronco dalla parte controlaterale a quella che si vuole allungare.
    Lo stretching dei muscoli pettorali può essere effettuato in posizione eretta appoggiando la mano aperta di un arto superiore a una parete e ruotando il busto dalla parte opposta a quella che si vuole allungare.
    Le posizioni possono essere ripetute per 4-5 volte per circa 5-10 respiri.
  3. un gruppo situato nella parte latero-posteriore del collo (sternocleidomastoidei, scaleni medi, fasci medi dei trapezi).
    Lo stretching di questi muscoli può essere effettuato in posizione seduta o eretta inclinando il tratto cervicale dalla parte opposta a quella che si vuole allungare.
    La posizione può essere ripetuta per 4-5 volte per circa 5-10 respiri.
  4. un gruppo situato nella parte posteriore del tronco (muscoli grandi dorsali).
    Lo stretching di questi muscoli può essere effettuato a partire dalla posizione sulle ginocchia su un tappetino; si inclina in avanti il tronco ruotando il capo facendo passare un arto superiore sotto il fianco e mantenendo disteso oltre la testa l’arto superiore omolaterale al muscolo dorsale  che si vuole allungare poggiando la mano sul tappetino oltre la testa.
    La posizione può essere ripetuta per 4-5 volte per circa 5-10 respiri.

Ricordate

Lo stretching muscolo-tendineo è estremamente importante e deve essere sempre adattato alle condizioni fisiche del soggetto.
Per tutti coloro che praticano attività sportiva, amatoriale o professionistica che sia, dovrebbero dedicare un po’ di tempo dopo l’esercizio fisico all’allungamento muscolare delle principali catene muscolari che sono state reclutate ricordandosi che durante lo stretching occorre respirare senza sforzo, non andare in apnea e procedere gradualmente senza sentir tirare eccessivamente le fibre muscolari.