Yoga Sutra

Gli Yoga Sutra sono una serie di 196 aforismi che riportano gli insegnamenti di Patanjali ai suoi discepoli.
Sono brevi frasi significative, adatte ad essere memorizzate con facilità, e sono ancora oggi uno dei testi più importanti dello yoga, offrendo una visione completa sia della pratica che della filosofia dello yoga stesso. Parlano della vera natura della mente e della coscienza, offrendo un percorso verso l’illuminazione e l’armonia fisica, mentale ed emotiva.

Di Patanjali si sa poco oltre alle leggende, cosa che rende difficile datare anche gli Yoga Sutra. Presumibilmente l’opera è stata concepita tra il 500 e il 200 a.C.

Struttura del libro

Il testo è diviso in quattro sezioni:

  • Samadhi Pada – 51 sutra: in questa parte viene introdotto lo yoga, discutendone la sua natura e offrendo una descrizione dettagliata della pratica, vista come mezzo per il raggiungimento del samadhi, l’illuminazione;
  • Sadhana Pada – 55 sutra: la seconda parte tratta della pratica dello yoga, offrendone una spiegazione dettagliata dei suoi benefici;
  • Vibhuti Pada – 56 sutra: la terza parte riguarda la progressione della pratica, descrivendo le ultime fasi per percorso yogico, esponendo i “poteri” che si possono conseguire con una corretta pratica dello yoga;
  • Kaivalya Pada – 34 sutra: la quarta ed ultima parte parla della liberazione, la separazione tra spirito e materia.

Ashtanga Yoga

Nella sua opera, Patanjali definisce gli otto rami dello yoga (Ashtanga Yoga: Astau->otto, Anga->rami, livelli), indicazioni chiare sul percorso da seguire per raggiungere l’illuminazione. Le discipline che li costituiscono sono via via più interiori e conducono gradualmente a stadi di consapevolezza più elevati.

Sono:

  • Yama: Precetti morali
  • Niyama: Osservanze personali
  • Asana: Posture del corpo
  • Pranayama: Tecniche di respirazione
  • Pratyahara: Controllo dei sensi
  • Dharana: Concentrazione
  • Dhyana: Meditazione
  • Samadhi: Realizzazione, Beatitudine

Per approfondire la comprensione di ogni ramo, leggi il nostro articolo!

Patanjali ritiene fondamentali per il percorso yogico yama e niyama, astensioni e osservanze che tendono a creare uno stato “purificato” della persona che segue questo percorso.
Le posizioni, il controllo della respirazione e la ritrazione dei sensi (asanapranayama e pratyara) costituiscono invece la tecnica yoga vera e propria.
Il giusto comportamento unito alla pratica, questi primi cinque rami, permettono di sperimentare i seguenti tre, la concentrazione, la meditazione e la congiunzione (dharana, dhyana e samadhi).
Seguendo quindi un percorso lungo gli otto rami, una persona raggiunge la consapevolezza interiore.

Conclusioni

“Ora comincia la pratica dello yoga”
Così recita il primo sutra. Si pone subito l’accento sull’azione.
Il praticante deve praticare, appunto, per avere esperienza della disciplina dello yoga. Gli yoga sutra aiutano nella pratica in modo che il percorso intrapreso sia efficiente, spiegando che lo yoga è più che mera filosofia, ma una sperimentazione e una pratica continua, che porta lo yogi a conoscere se stesso sempre più in modo profondo.

La pratica dello yoga non è solo l’esecuzione delle posture. Solo un sutra in tutto il libro parla di asana, dicendo che la posizione deve essere comoda e mantenuta con facilità. La “pratica” dello yoga è la vita di tutti i giorni, mettendo in pratica i precetti del libro, l’attenzione al momento presente, il confronto con gli altri e con se stessi.