La mente che mente

Prendo in prestito il titolo di un libro di Osho La mente che mente per parlare di mente e meditazione.

La meditazione ci permette di osservare la mente, senza zittirla, senza farle la guerra, e ci aiuta a non farci identificare con essa e con i pensieri.
“Come si fa a meditare” “non sono capace di meditare” “come faccio a sapere che sto meditando” sono domande e pensieri frequenti. Pensieri che, come creazioni della mente stessa, ci instillano dubbi, paure, quesiti per allontanarci dalla meditazione.

Nella mindfulness (leggi l’articolo sulla mindfulness) e non solo, in genere si distinguono “due tipi” di mente: la mente chiacchierona e la mente saggia.

La mente chiacchierona

La mente chiacchierona, o chattering mind, anche chiamata superficiale o scimmia, o in molti altri modi, è quella parte della mente che continua a passare da un pensiero all’altro, in continuo movimento tra passato e futuro. È la mente che mente.

In respiro per respiro, Larry Rosenberg usa questa perfetta definizione: “Una volta andai a trovare un mio amico. Giocava con il suo cane, gli tirava un osso di plastica e il cane andava a prenderlo. Non solo non era un osso vero, ma non era neanche un’imitazione convincente; sulla plastica erano dipinti brandelli di carne. Eppure, tutte le volte che lui gettava l’osso, il cane correva a prenderlo con grande eccitazione. Continuava a inseguire quell’osso di plastica, che non era di nessun nutrimento, come se potesse in qualche modo soddisfarlo. All’improvviso mi resi conto: questa è la mia mente che insegue i pensieri. Naturalmente la mente non pensa di inseguire un osso di plastica con brandelli di carne dipinti sopra, ma pensa di inseguire qualcosa che avrà un effetto decisivo sulla sua vita. Ma se guardiamo più da vicino gli oggetti che la mente rincorre, notiamo una simile mancanza di nutrimento.”

La mente saggia

Prosegue Rosenberg “In contrasto con questo, pensate a un leone. Immaginate come reagirebbe un leone, seduto con la maestosa eleganza che gli è propria, se gli tiraste un osso (specialmente se di plastica)? Non lo noterebbe nemmeno. Si limiterebbe a fissare voi. I leoni restano concentrati sulla fonte. Questo è l’atteggiamento che dobbiamo avere, sedere con quella calma profonda, con quella fermezza di intento, e non inseguire ogni osso che vola nella nostra direzione. Abbiamo bisogno di sviluppare la mente leone.”

La mente che Rosenberg definisce Leone è quella che in altri contesti viene chiamata wise mind, mente saggia, o mente profonda. È la mente in connessione con la nostra parte emotiva e la nostra razionalità. La mente calma, saggia appunto. È quella saggezza innata a cui possiamo connetterci in profondità, se scendiamo oltre gli strati superficiali della mente scimmia.

Mente e meditazione: spegnere la mente che mente

Normalmente si pensa che la meditazione consista nello spegnere la mente, nel concentrarsi su qualcosa o in un rilassamento profondo. La meditazione non è niente di tutto ciò.

Non si tratta di spegnere quella vocina che continua a rimandarci da un pensiero all’altro, si tratta di osservare i pensieri. Di imparare ad osservarli e lasciarli andare. Senza sforzo di concentrazione, senza accanimento, senza lottare contro i pensieri e contro la mente chiacchierona. Non c’è niente da imparare o da fare, la meditazione è imparare a stare nel presente.

L’importante è avere una pratica costante affinchè tutto questo diventi via via più semplice, e creare una routine aiuta moltissimo (leggi il nostro articolo crea la tua routine per dei consigli da applicare subito)

Meditando diventiamo osservatori della mente che mente, possiamo liberarci dei nostri meccanismi e possiamo entrare in contatto con la nostra parte più profonda, più consapevole.